martedì, aprile 11, 2006

Antonio Carratù 1


Un primo punto che bisogna sottolineare è la vittoria seppure a fatica e per un soffio del centro sinistra. Un risultato secondo me tutt’altro che scontato e comunque una prova di forza vista la campagna elettorale e il modo di concepire la politica di molti italiani. Si esprime un voto basato sul pre-giudizio/appartenenza più che sui diritti e doveri dei cittadini, un voto di valore più che di analisi concreta degli avvenimenti.
Il leader della CDL l’ha capito e ha investito molto o tutto sul voto di valore, tanto è vero che ha recuperato molti voti nell’ultima settimana spargendo paure, incertezze e ansie.
1. Riguardo alla questione meridionale, penso che oggi, come dicono in molti, ci sono tanti Sud e parlare al singolare non sia rappresentativo della realtà. Secondo me bisogna legare la questione dei Sud all’intero Paese, ormai è un problema del sistema Italia e non di una parte di tale sistema. Detto questo, però, il voto del Sud è l’emblema in parte del voto di valore e quindi della scarsa capacità di emancipazione dell’elettorato di concepirsi come cittadini e non come sudditi e in parte ad una classe dirigente ormai datata, logora (il dato in Campania è significativo) incapace di esprimere idee nuove ma soprattutto di pensare al come applicare. Questo voto è sorprendente perché ci dice che a livello amministrativo il centro sinistra gode di un elevata fiducia o presunta tale nei propri dirigenti e amministratori (vedi le elezioni regionali e comunali) ma non è altrettanto vero nelle elezioni politiche. La questione che si pone è duplice: esiste una reale classe dirigente capace ma non dei leader che la rappresentino e che tramutino in azione le idee concepite da essa, oppure non esiste una classe dirigente propositiva ma si vota solo la persona al di là delle sue capacità? Sono due problemi diversi a cui bisogna dare una risposta se si vuole fare un discorso serio sulla competitività del nostro Paese. La Campania sarà il banco di prova con le prossime elezioni comunali visto che le contraddizioni sopra esposte sono emerse tutte in questi ultimi anni..
In quanto a Prodi, se devo essere sincero, dubito delle sue capacità di leadership ma confido nel suo metodo politico che ha espresso in campagna elettorale. La voglia di unire, di condividere le questioni cruciali prima di decidere mi sembra un buon metodo per ridare un’identità all’Italia e di conseguenza anche al Sud. Ripeto il futuro del Mezzogiorno, a mio avviso, è strettamente legato al sistema Italia. Una politica seria per il Sud vorrebbe dire affrontare i problemi del meridione in un’ottica di sistema Paese.
2. Condivido pienamente che la Cosa sia più importante del Nome della Cosa, che i contenuti siano più importanti dei contenitori, che occorre privilegiare le capacità piuttosto che le appartenenze. Su questo tema, però, sento l’esigenza di non separare nettamente il contenuto dal contenitore, perché in parte il primo è figlio del secondo.
Oggi la coalizione di centro sinistra presenta un’anomalia rappresentata dai DS, un partito laico e tradizionalmente di sinistra, che si trova a “fare i conti” con la Margherita un partito figlio della ex DC. La proposta paventata in queste campagna elettorale di costituire un unico partito democratico è stata cagionevole per i DS in termini di voti e ciò deve far riflettere su un eventuale transizione verso il centro. Dico questo perché costituire un unico partito di sinistra moderno con DS, Rifondazione Comunista, Partito Comunisti Italiani e magari anche i Verdi permetterebbe alla classe dirigente di questo ipotetico contenitore di esprimere contenuti di sinistra chiari e ben definiti. Altrettanto potrebbe fare, verso i propri elettori, la Margherita se fosse sciolta dal legame con i DS. A questo punto le due correnti potrebbero unire le rispettive idee, ovviamente con le dovute mediazioni, in un unico programma di centro-sinistra vero, chiaro e utile al Paese.
3. Un’ultima considerazione, su quanto uscito dalle urne poche ore fa, riguarda la governabilità del Paese. Da più parti sento allarmi e ricette strane ma secondo il mio modesto parere la situazione per quanto paradossale e assurda può ridare serenità al clima politico perché la maggioranza non potrà governare senza tener conto dell’opposizione com’è stato fatto dal governo precedente. Uno dei mali maggiori del “berlusconismo” è stato proprio governare per una parte del paese, per i propri amici ed elettori ma non per i cittadini italiani. Ora le due coalizioni sono chiamate ad assumere una forte responsabilità nei confronti del Paese vista la situazione attuale, spero solo che ne siano capaci evitando scene gia viste nella politica italiana (balletti, campagne acquisti, ritorsioni politiche ecc…).

Nessun commento: