sabato, aprile 29, 2006

Massimo Santoro 1

Diario Elezioni

PROLOGO
In nessun paese la classe dirigente uscita sconfitta da una tornata elettorale per il governo nazionale si ripresenta, senza eccezione alcuna, ad un appuntamento elettorale cinque anni dopo.
In nessun paese si ricandida, a distanza di 10 anni, lo stesso candidato premier. E’ segno inequivocabile della incapacità (e quindi della volontà) di procedere a forme innovative di coinvolgimento, partecipazione e selezione di una nuova classe dirigente. Quella attuale si va configurando sempre più come una sorta di oligarchia chiusa che cerca di governare sudditi più che cittadini. Anche per questo non ho votato alle primarie: Le primarie o si fanno sempre o non hanno motivo di esistere.

SCENA PRIMA
Comincia la campagna elettorale. Le liste sono fatte e gli effetti della “porcata” sono sotto gli occhi tutti. Niente primarie per scegliere i candidati (of course), ma in compenso mogli, cognati e schiere di avvocati di fiducia in un crescente delirio di onnipotenza dei gruppi dirigenti dei partiti. Comunque i sondaggi dicono che……..

SCENA SECONDA
La campagna elettorale si fa in televisione. Niente telefonate per volantinaggi, caseggiati, manifestazioni, comizi. Pochi inviti per incontri tra cui una cena per finanziare la campagna elettorale di un candidato. Assicuro la mia presenza poi non vado (solo avarizia?).
Intanto Rete 4 trasmette copiosi comizi di Berlusconi sempre pieni di gente festosa e plaudente. Possibile che sono tutti pagati per stare li? Ma chi è che vota Berlusconi con un paese ridotto così? Comincio ad avere qualche dubbio, cerco di dis-mettere i panni dell’arrabbiato e provo a ragionare. Fortuna che i sondaggi continuano a dire che………

SCENA TERZA
Sul settimanale “diario” (www.diario.it) esce, a firma di Mario Portanova, un inchiesta vecchio stile su una giornata tipica della campagna elettorale di Berlusconi. Si racconta di gente che piange quando lo tocca e di altri (esaltati?, ciechi?, marziani?) che si dicono sicuri di vincere, che il paese non può finire in mano ai “comunisti”, dell’unione troppo divisa e di un programma troppo lungo e vago. Intanto in TV non si parla d’altro che di tasse, cunei fiscali, imposte di successione. E la scuola? l’Università? la ricerca? il lavoro? . “Sò un tantino preoccupato” , diceva nel film Febbre da Cavallo, Gigi Proietti (alias Mandrake) a Enrico Montesano (alias er Pomata) quando vedono il cavallo su cui avevano scommesso tutto arrancare in vista del traguardo.
Mi rituffo in stabili a rassicuranti sondaggi……..

SCENA QUARTA
Basta!, mi dico, con la critica distruttiva e la campagna elettorale in TV. Meglio ascoltare dal vivo. Osservando le facce di chi parla e, soprattutto, di chi ascolta ho sempre pensato di capire molte più cose. Al Teatro Mediterraneo arrivano D’Alema e Bassolino. Pubblico delle grandi occasioni si direbbe in gergo calcistico. Ascolto D’Alema con attenzione e noto come faccia spesso battute con un ritmo ed una frequenza tali che per un attimo mi giro per cercare lo sguardo o un cenno di qualcuno che avesse notato la mia stessa cosa. Non mi fa un bell’effetto la cosa ma confesso di essere un po’ prevenuto con il personaggio. Decido di guadagnare l’uscita non dopo aver sentito che “è difficile confrontarsi con chi in cinque anni di governo non ha fatto nulla!”. Nulla? E le leggi-vergogna? La riforma della Costituzione? quella della scuola? del mercato del lavoro? il condono edilizio? Boh?
Sondaggio: Prodi 52% - Berlusconi 47%. Primum vincere e in culo a tutto il resto.



SCENA QUINTA
E’ venerdì: si chiude la campagna elettorale (si dice che è stata una pessima campagna elettorale. Dissento. Se ci fate caso gli insulti sono stati la cosa migliore). L’Unione lascia (per cavalleria?, per calcolo?, pè scemenza?) Piazza del Plebiscito a Berlusconi e si rifugia nella peraltro bellissima arena flegrea con seguito di cantanti, attori comici etc. Non c’è storia. Preferisco l’originale. Chiamo il mio amico Davide (insieme abbiamo fondato l’associazione “silenzi eloquenti” con lo scopo, parafrasando Eduardo Galeano, di usare e fare solo cose che migliorino il silenzio); armati di telecamera amatoriale e microfono rigorosamente finto andiamo a sentire da vicino il popolo della destra. Così per vedere di nascosto l’effetto che fa.
Dopo aver avvicinato per primi quattro ragazzi (poliziotti in borghese) che ci hanno invitato a soprassedere abbiamo intervistato tra gli altri:
1 – una ragazza con gelato che ha detto di essere lì per ascoltare e che Berlusconi non l’aveva convinta per niente
2 – Una donna che era venuta da Lecce per vedere l’adorato cavaliere e che amava soprattutto il suo lifting. Scherzava. Forse.
3 – Un vecchio nostalgico che stava lì ricordando che i comizi di Almirante erano un’altra cosa
4 – un consigliere di un comune del napoletano che, dopo averci “sgamati”, ci ha chiesto un’intervista seria. Increduli abbiamo accettato. Non ricordiamo che cosa ha detto.
Per il resto tante bandiere di AN, un banchetto con i cimeli del duce, cittadini che protestavano contro la Gestline, Casini che annuncia l’avviso di di sfratto a Bassolino. Il comizio viene chiuso da Fini che gioca a fare il fascista tutto “patriaamoreefamiglia”. Aspettiamo in un angolo che la gente defluisca quando Berlusconi riprende il microfono e urla che vincerà le elezioni perché gli italiani non sono coglioni. Pandemonio. Sipario.

SCENA SESTA
E’ notte inoltrata. Più passano le ore, più non si capisce chi ha vinto.Vado a letto alle 2.15 sperando di risvegliarmi in un paese senza Berlusconi. Niente da fare. Vado a lavorare pieno di angoscia. La notizia della vittoria mi raggiunge a metà mattinata. Chiamo mio fratello Fabrizio (italiano all’estero) e lo ringrazio. Mi dice che visti da fuori siamo un paese veramente ridicolo.

EPILOGO
Mentre scrivo si dibatte (in maniera finta) su chi abbia vinto realmente. Aspetto con pazienza la parola fine per vedere con curiosità come farà Prodi a governare (e bene) che mi sembra sia l’unica cosa rimasta da fare.
Nel frattempo a Napoli ci prepariamo alle elezioni comunali. In città campeggia un manifesto del Sindaco Jervolino truccata da sembrare 10 anni più giovane e mi chiedo come sarà un paese berlusconizzato senza Berlusconi.
“Comincio ad avere opinioni che non condivido” direbbe W.Allen.

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