sabato, giugno 16, 2007

Una palestra di sogni

di Andrea Lagomarsini

L'informatica è una sorta di magia, che nasce dentro a una persona dalla tenera età, si mescola con i pensieri e inizia piano piano a concretizzarsi solo quando si inizia a padroneggiare uno dei tanti linguaggi che io chiamo "dei sogni".
Così ho iniziato a nove anni a scrivere i miei di sogni.
Dapprima un piccolo "Ciao Mondo", che si stagliava sul mio monitor a fosfori verdi come se fosse il primo passo sulla luna del genere umano. Poi una tastiera musicale elettronica, che trasformava i tasti del pc in inascoltabili tremolii sonori. Poi ancora le cose molto strutturate e complesse che oggi mi rendono un programmatore e mi danno il pane.
Quindi una passione, un modo per concretizzare i propri pensieri, che diventa un occupazione, una professione, una ragione di vita.
Il principe di tutti i miei sogni da quando ho iniziato a colpire i tasti, era poter scrivere un codice che non fosse fine a se stesso ma che proseguisse la sua vita indipendentemente da me, una creatura che non fosse la semplice estensione di un pensiero finalizzato, ma che avesse una vita propria.
Molto prima di Matrix, ho scoperto una tecnologia, creata da una persona che deve aver avuto lo stesso stimolo del creatore.
Una tecnologia che rende possibile l'indipendenza del codice sorgente dalla mano dell'uomo, una serie di "Agenti" (codice applicativo), distribuiti geograficamente in rete, che creano una confederazione virtuale, nella quale essi sono in grado di interagire spontaneamente e di mutare il loro stato a fronte di queste interazioni.
Gli agenti vivono quindi in un'agenzia, un mondo virtuale del quale si conosce lo stato iniziale ma non quello finale, si possono definire le regole universali per quella agenzia, ma non il modo in cui esse vengono applicate.
Durante la fase di design del mio primo universo spontaneo, dovevo trovare un campo di azione, un contesto nel quale dare un senso al progetto di vita elettronica. Cercando in rete, trovai uno studente universitario che nella sua tesi aveva fatto uno studio di fattibilità sull'applicabilità della tecnologia Jini, così si chiama il framework realizzato da Sun per lo sviluppo di Agenti, nell'automazione della casa.
Iniziai a studiare approfonditamente tutto ciò che era stato fatto in passato sulla domotica e iniziati a scrivere il mio universo in funzione di questo scopo.
A quel tempo, tenevo docenze per un corso Europeo, che prevedeva un periodo di tirocinio, e chiesi a 5 studenti di affiancarmi nella creazione della prima versione.
Incredibilmente, come in "Alice nel paese delle meraviglie", bastava pensare una cosa ed era realizzata, gli agenti iniziarono a collaborare tra di loro e a vivere indipendentemente da noi.
Fu un esperienza molto intensa che mi portò, dopo un primo periodo di entusiasmo accademico, a cercare una applicazione concreta agli agenti.
Ero in grado di simulare l'accensione e lo spegnimento di una lampadina virtuale, ma non di chiudere le tende dell'ufficio, il dominio di esistenza del mio universo era e restava il mondo ovattato dei sogni e non aveva applicazioni concrete nel mondo reale.
Mi misi a cercare il braccio che mancava alla mente che avevo realizzato.
Trovai alcune tecnologie che erano ovviamente a solo appannaggio di mondi lontani dall'Italia, con costi insostenibili per una piccola azienda che non riceve nessun aiuto se non dalle persone che la compongono.
Fino a che non scoprii che l'eccellenza della domotica applicata, risiedeva proprio in Italia.
Un gruppo di menti illuminate all'interno di una grande azienda del settore (Bticino Spa), da anni studiava per realizzare un
sistema domotico a costi abbordabili e di semplice fruizione.
Decisi quindi di dotare a nostre spese, l'ufficio del primo impianto domotico Bticino Myhome della nostra zona. Passai le giornate e le notti in auto apprendimento per costruire tutto l'impianto. Dovevo capirne i segreti e tutti i minimi dettagli per poter "insegnare" alla mia confederazione di agenti a parlare con il braccio che avrebbe dimostrato la propria esistenza.
Durante questo periodo nacque la proficua collaborazione con l'università degli studi di Pisa, avevamo e abbiamo come azienda, necessità di personale qualificato da inserire presso in nostri clienti e sui progetti interni.
Persone che pensassero il lavoro in un nuovo modo e che ci aiutassero a costruire un nuovo modello di azienda.
Furono realizzate numerose tesi sul mio universo che ben presto divenne la nostra palestra per le menti.
Se fu fisicamente estenuante e faticoso installare l'impianto domotico per un elettricista improvvisato come me, fu molto più difficile cercare di interpretare come esso funzionasse.
Non avevo scelta, dovevo chiedere aiuto a coloro che avevano inventato, progettato e realizzato MyHome.
Inviai una mail al team di Bticino, nel giro di qualche giorno mi risposero e mi invitarono nella loro sede.
Come un bimbo in una gelateria, entrai nel loro laboratori e ammirato dalla loro capacità tecnico innovativa
imprenditoriali, chiesi l'aiuto che non mi negarono.
Da allora l'universo è cresciuto, ha iniziato a parlare e vedere, a ragionare tramite motori inferenziali e reti neurali, comanda tende, condizionatori e sistemi di antifurto.
Ha formato molte delle persone che oggi compongono la nostra azienda e in futuro ne formerà molte altre.
Ma come al solito nel nostro paese, progetti che potrebbero portare innovazione nel mercato globale, restano per pochi se non per nessuno visto che a nessuno che conta importa nulla degli universi paralleli al loro!

Nessun commento: